Education and work projects. From business plan to microcredit. Hair and dressmakers in Morocco.

Interview to the project manager Daniela Gulino of Cesvi. She explains how the girls of Larache bidonville, started learning and working. At Cesvi Worldwide Projects 


Da anni il Cesvi si era reso conto che nella provincia marocchina di Larache il primo bisogno era migliorare l’educazione. Ma in che modo dare opportunità lavorative ai giovani, e in particolare alle donne, che per cultura hanno difficoltà ad accedere alla formazione? Daniela Gulino, Desk Marocco, ci racconta come si è arrivati a costruire un centro di formazione professionale a beneficio dell’intera regione di Tangeri - Tétuan. Con le foto, i video, le storie, nella mostra Femmes 

Quale è stato l’iter del progetto?
Ogni progetto nasce con l’analisi dall’analisi dei bisogni e dalla conoscenza specifica di un contesto di intervento. Così come il resto del Nord del Marocco, anche la regione di Tangeri – Tétouan presenta problematiche rilevanti legate alla diffusa povertà, prevalentemente in ambito urbano. La forte urbanizzazione avviata in concomitanza con il processo di modernizzazione dell’economia ha generato il fenomeno molto comune dell’aumento incontrollato della popolazione urbana e dell’insorgenza di una diffusa povertà legata alla mancanza di opportunità lavorative sufficiente a coprire la richiesta di lavoro. Le grandi aspettative dei giovani che continuano ad affluire verso le città, vengono spesso tradite dalla realtà: è, infatti, dall’impossibilità di realizzarsi in patria che spesso si sviluppa il fenomeno dell’emigrazione verso l’estero. CESVI lavora a Larache dal 2000, pertanto la realizzazione di un Centro di Formazione Professionale (CFP) è stata l’evoluzione di alcune scelte strategiche che si sono modificate insieme al contesto economico e sociale marocchino. L’obiettivo che ci siamo prefissi è quello dare una risposta al problema della disoccupazione giovanile a Larache (circa l’11% della forza lavoro attiva) cercando, da un lato, di potenziare le capacità professionali dei giovani per aumentare la loro probabilità di trovare lavoro e, dall’altro, di dinamizzare il contesto produttivo locale incentivando la creazione di impresa. Nel rispondere a queste priorità, sono state privilegiate le fasce di popolazione più povere e svantaggiate, avviando azioni che forniscono strumenti adatti ad affermarsi con successo nel contesto locale. La scelta dei profili formativi da proporre ai giovani è stata realizzata solo dopo aver portato a termine uno studio di pre-fattibilità di progetto che è stato inteso a valutare le potenzialità del mercato produttivo locale (di Larache e della macro regione più in generale) e i settori produttivi più ricettivi di forza lavoro. Da questa analisi si è giunti alla scelta di percorsi didattici quali, ad esempio, corsi di cucina e pasticceria,  corsi di estetista e di parrucchiera (per uomo e per donna). Stiamo formando operati elettricisti e carpentieri, figure professionali particolarmente richieste nel settore dell’edilizia privata  e di nicchia (come il turismo).   Particolarmente richiesti sono, inoltre, i corsi di receptionist e addetto di sala rivoli a coloro che ricercano un lavoro nel settore turistico e alberghiero, in fase di assoluta evoluzione in Marocco.

E infatti una ragazza ora lavora in un hotel?
Si, diversi ragazzi e ragazze dopo aver frequentato i corsi di formazione professionale riescono a trovare lavoro. Circa il 75% delle persone che, attualmente, frequentano i corsi sono giovani donne motivate e coraggiose. Frequentare un corso di formazione professionale e avvicinarsi al mondo del lavoro è per molte un’occasione per affermare i propri diritti e un’opportunità irrinunciabile di emancipazione. Abbiamo casi di ragazze che, grazie ai percorsi didattici intrapresi, hanno migliorato l’uso delle lingue, appresso nozioni di informatica e segretariato, contabilità e fatturazione indispensabili per trovare occupazione presso i grandi alberghi di Tangeri e della costa.
Abbiamo giovani che al termine del percorso formativo sono stati confermati nel luogo di lavoro in cui hanno realizzato la stage, altri che hanno trovato occupazione presso altri esercizi, altri ancora che hanno provato ad avviare la propria attività autonoma di lavoro.

Quali sono state le fasi del progetto?
Una volta identificati i percorsi formativi, si è passati all’organizzazione vera e propria del percorso didattico e all’erogazione del servizio. Particolare importanza hanno rivestito, in questa fase, le sessioni di sensibilizzazione nei quartieri svantaggiati di Larache per incentivare i giovani ad iscriversi, per far conoscere il centro e per sottolineare l’importanza della formazione come risorsa per il loro futuro. I corsi promossi presso il Centro di Formazione di Wafa (dal nome del quartiere di Larache nel quale si è stata realizzata la struttura) hanno una durata variabile dai 4 ai 9 mesi e sono generalmente seguiti da uno stage in azienda/struttura commerciale della durata di circa 4 mesi. Il progetto è attualmente al suo 4 anno di implementazione ed attualmente le attività sono seguite dal partner locale – Ecodel -  a cui CESVI ha trasferito la responsabilità didattica. Nell’ambito del progetto vengono proposti, inoltri, dei percorsi di creazione e gestione di impresa oltre alla possibilità – per i più interessati - di accedere a fondi microcredito erogati da agenzie specializzate per avviare attività imprenditoriali autonome. Uno tra tutti, il caso di una donna che grazie al finanziamento ricevuto ha aperto la propria bottega di parrucchiere. Attraverso il suo lavoro, oggi, è in grado di contribuire al benessere della propria famiglia.

Quali le difficoltà del microcredito?
Nei Paesi in via di sviluppo, milioni di famiglie vivono con il reddito delle loro piccole attività economiche rurali ed urbane. La difficoltà di accedere al prestito bancario, a causa dell’inadeguatezza o assenza di garanzie reali e delle dimensioni delle microattività, ritenute troppo ridotte dalle banche tradizionali, non consente alle microimprese di svilupparsi o di liberarsi dai forti vincoli dell’usura. I programmi di microcredito propongono alternative soluzioni per queste microattività economiche (agricolture, allevamento, produzione e commercio/servizi), pianificando l’erogazione di piccoli prestiti a microimprenditori o gruppi di questi che hanno forte necessità di risorse finanziarie, per avviare o sviluppare progetti di auto-impiego. L’incremento di reddito che ne deriva porta a migliorare le condizioni di vita dei loro nuclei famigliari, determinando contemporaneamente un impatto significativo a livello comunitario. Avendo come target di riferimento i poveri, i programmi di microcredito molto spesso prevedono, oltre a servizi di carattere finanziario, anche una combinazione di servizi di supporto alla microimpresa, come: formazione tecnica e gestionale; creazione di reti commerciali; condizioni per la raccolta di risparmio. In Marocco, come in molti paesi con sbocco sul Mediterraneo e forte tradizione migratoria in Italia, è più facile investire fondi provenienti dalle rimesse (il cui fenomeno - per altro - sfugge all’analisi di qualsiasi statistica ufficiale) piuttosto che tramite circuito ufficiale, banca o istituti di micro - finanza. Ecco perché i programmi fino ad oggi realizzati non hanno sempre avuto un impatto positivo e si sono accompagnati a casi di insolvenza anche piuttosto gravi.
L’erogazione del credito sia in cash che in beni materiali deve, quindi, sempre essere preceduta da una analisi dettagliata dei progetti produttivi e da una accompagnamento attento nella fase di start-up dell’iniziativa.

E’ importante lavorare con il governo locale?
Per una organizzazione internazionale lavorare in partenariato con il governo è le autorità locali è fondamentale. Prima di avviare una qualsiasi iniziativa di sviluppo è necessario riconoscere i bisogni e le aspirazioni delle comunità locali; rispettarne la cultura, le tradizioni e i costumi; ricercare il dialogo e la collaborazione con le istituzioni e le organizzazioni (partnership) del nord e del Sud. Dialogare con le autorità locali è indispensabile per “accreditarsi” all’interno di un determinato territorio di riferimento e per cominciare concretamente a lavorare. Nel caso del centro di formazione professionale ulteriore passo è stato il suo riconoscimento presso il Ministero dell’Educazione Marocchino, nonché la legalizzazione e certificazione dei suoi percorsi formativi.

La vostra maggiore soddisfazione?
Quella di sapere di aver realizzato una struttura funzionale di qualità e altamente professionalizzante. La migliore soddisfazione è vedere crescere alla fine di ogni anno la percentuale dei giovani che riesce a trovare lavoro entro 12 mesi dalla fine del progetto.

La maggiore difficoltà?
Assicurare la sostenibilità dell’intervento anche oltre il progetto e il finanziamento

Qualche esempio su come gestirete la continuità e la durabilità?
Cercare di sfruttare al massimo gli spazi allestiti presso il centro. Alcuni, esempi, possono essere: l’organizzazione di corsi di informatica serale a pagamento presso l’aula computer allestita nella struttura, adibire lo spazio dell’informatica ad internet point in orari serali, offrire gli spazi del centro per l’organizzazione di convegni e conferenze, assicurare che il flusso degli iscritti non si interrompa stabilendo quote di iscrizione ai corsi congrue alle possibilità locali.

Anche questo fa parte del Business Plan?
Il Business Plan è un documento volto a rappresentare in ottica prospettica il progetto di sviluppo che si sta realizzando, con l’intento di valutarne la fattibilità - presente e futura - in relazione alla struttura e al contesto nel quale esso si inserisce, alle possibili ricadute e i principali risultati economico-finanziari. La programmazione finanziaria è pertanto necessaria non solo per capire ciò che riuscirai a realizzare con le risorse che hai a disposizione, ma anche come potrai gestire la tua attività  una volta terminata la fase di avvio. Una adeguata analisi dei rischi è pertanto indispensabile prima di avviare ogni iniziativa di sviluppo.

E dal punto di vista delle donne?
Le donne valutano l’iniziativa positivamente perché in molti casi è grazie alla formazione professionale e al lavoro che esse riescono ad affermarsi nella loro famiglia e nella loro società, a ritagliarsi uno spazio entro cui la loro voce assume peso e valore.  Riuscire a contribuire al benessere e al reddito famigliare è sicuramente uno dei valori aggiunti apportarti dal progetto.   Per incentivare la partecipazione femminile al programma è stata - inoltre - istituita una nursery che consente alle donne di intrattenere  i loro piccoli in un luogo accogliente e sicuro, e frequentare pertanto in assoluta serenità i corsi di formazione. Anche questo è stato un grande successo raggiunto dal progetto, perché essere mamme non può essere un limite all’affermazione della donna.

Per saperne di più, ecco la scheda del Progetto del Cesvi

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