I saperi della pesca per il futuro

Dove: Periferie di Nouadhibou e Nouakchott, Mauritania

Chi: 4cities4dev

280 donne occupate nella lavorazione del pesce progettano altre attività sostenibili 

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Sulla costa della mauritania, vivono le tribù berbere Imraguen. Sono pescatori da sempre, e da qualche anno hanno visto diminuire drasticamente il loro lavoro. Anche le donne della zona si sono sempre occupate della lavorazione del pesce (in particolare il muggine, da cui traggono la botarga). Di fronte alle difficoltà del settore pesca, si sono organizzate.

Oggi sono 280 donne (in prevalenza Imraguen) organizzate in 3 gruppi, nella Ong Mauritanie 2000.

Come racconta una battagliera Nedwa Moctar Nech, a Torino durante le giornate di Terra Madre organizzate da Slow Food:

<< Le donne usano una tecnica di conservazione della bottarga molto antica che richiede molto lavoro e oggi le lavoratrici non ne hanno più profitti. Quindi sono povere e non hanno le infrastrutture e i laboratori. Per noi diventare un presidio Slow Food ha rappreesntato una ricchezza enorme, perchè ora siamo protette e conosicute e la nostra bottarga è pregiata. Con la Cooperativa di Orbetello e l'aiuto di altri partner facciamo corsi di formazione. E anche se il turismo non è il nostro scopo, stiamo allargando le attività di altre donne >>:

Per esempio, spiega Marie Bernard Deiss, della cooperazione della città di Tour che cura il progetto http://www.4cities4dev.eu, si fanno workshops per i bambini in modo da tramandare la cultura del pesce, e si sono creati i primi orti nel deserto, piantando le carote in un misto di sabbia e conchiglie, in modo da conservare l'acqua. 

E per i turisti?
Chi viene qui, trova qualche tenda nel deserto, guide, autisti, hotel di altre donne amiche nella magnifica Chinguetti, Patrimonio dell'Umanità.  

Per saperne di più:
In Mauritania la piccola pesca è minacciata da un sistema perverso: le flotte industriali – perlopiù straniere – razziano il suo mare ricco e pescoso a discapito delle comunità locali. Nel 2006 la Mauritania ha venduto all’Unione Europea i diritti di pesca in cambio di una riduzione del debito pubblico, rinunciando così alla lotta sull’overfishing e favorendo, di fatto, una nuova forma di colonialismo: i pescherecci industriali assumono e finanziano i pescatori locali e il pesce è surgelato e trasferito altrove per la lavorazione, specialmente in Nordafrica e in Europa. I danni sono enormi: quasi il 50% degli stock di cefalo (o muggine) sono compromessi e le attività di trasformazione del pescato (compresa la produzione di bottarga), praticate tradizionalmente dalle donne Imraguen, sono state abbandonate. 
Poche sono le realtà in grado di resistere: l’Ong locale Mauritanie 2000 a fianco di questi gruppi di donne per preservare un savoir faire locale, rafforzare le loro capacità tecniche e migliorare le condizioni igienico-sanitarie. Oggi le produttrici acquistano i muggini dai pescatori, estraggono le uova, le risciacquano, le salano e le fanno essiccare naturalmente, ottenendo la tradizionale bottarga (dall’arabo butarikh, uova di pesca salate). Le donne affiancano a questa produzione la preparazione del tishtar (filetti di muggine essiccati e sminuzzati) e dell’olio di muggine.
http://fondazioneslowfood.it/pagine/ita/presidi/dettaglio_presidi.lasso?-id=454

Il Presidio comprende tre gruppi di donne Imraguen che lavorano a Nouadhibou e Nouakchott, i principali porti del Paese. Slow Food, in collaborazione con i produttori del Presidio della bottarga di Orbetello, sta cercando di aiutare le donne Imraguen a migliorare la produzione, gestire direttamente la vendita dei trasformati e trovare mercati alternativi. Nel 2006 tre donne sono state ospitate a Orbetello per un corso di formazione e alcuni pescatori si sono recati a Nouadhibou per aiutarle ad attrezzare un piccolo laboratorio. Grazie ai progetti sostenuti dalla Regione Piemonte e dal Comune di Tours, sono state acquistate una macchina per il confezionamento sottovuoto e una camera refrigerata per la conservazione della bottarga, è stata realizzata una guida sulle buone pratiche per la corretta trasformazione del cefalo (in arabo e in francese) ed è stato avviato un progetto – in collaborazione con l’associazione francese Univers Sel – per creare una salina in loco. Le produttrici del Presidio partecipano a molti degli eventi internazionali organizzati da Slow Food.

INFO:

http://www.4cities4dev.eu/

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