La riscossa delle persone alla ITB 2021

Il 9 marzo, abbiamo incontrato alcuni amici, sul tappeto rosso della Fiera del turismo di Berlino,

(un luogo digitale con oltre 3500 esibitori da 120 Paesi e 65.000 utenti), alle cerimonie di premiazione e ai Panel, dedicati al turismo sostenibile e moderati da Rika Jean Francois, Commissioner per la Corporate Social Responsibility alla ITB.
Da questi ed altri incontri sono nate alcune iniziative: le Associazioni GRT, Equality, Equations, ed altre, faranno delle Azioni inclusive e chiameranno tutte le donne del turismo a unire le voci.
Qui vi raccontiamo alcuni punti sollevati negli incontri.

Per esempio, al Panel ‘Just Transitions in Global Toursim’ Stefan Gossling, Judy Kepher-Gona, Zina Bencheikh, e la nostra amica Joyatri Ray di Equations, hanno discusso di come giocarci un futuro migliore e non farci sopraffare da sovraffollamento, cambiamenti climatici, crisi bibliche come quella che stiamo vivendo ora.
Si sono sentite interessanti teorie su low carbon, resilienza, economia cirolare, modelli focalizzati sugli SDG, abbiamo imparato come la versatilità sia la soluzione, contro i rischi dovuti all’imprevedibilità di clima o turismo, per i contadini e i lavoratori informali del Kenya. Come ha detto Joyatri, ora la domanda è se il turismo permette la diversificazione, se capiremo che potremo mantenerci facendo coesistere attività sociali e culturali, che le risorse non sono dell’industria del turismo ma delle comunità, e che quelle risorse potranno essere integrate e condivise. Ed abbiamo avuto esempi di progetti, in Kenia e India, in comunità in cui non si lascia nessuno indietro, preparando, sia nei fornitori sia nella destinazione, nuove figure capaci di mansioni diverse, costruendo talenti che si rifanno alla cultura locale o a nuovi mestieri, per prevenire le crisi.

Sono arrivati anche i “TO DO Award”, che premiano guardando al benessere delle comunità e non sono mai stati tanto contemporanei come oggi. I vincitori, in Iran e Cambogia, hanno mostrato come reagire a problemi costruendo qualcosa di nuovo, ma antico: qui un villaggio di terra, crollato per un terremoto, ora sembra un paese da favola, lì i templi e gli alberi centenari nella foresta sono stati ripuliti e le strade rese ripercorribili. Sempre per pochi visitatori alla volta.

Uno dei TO DO Award per i diritti umani è stato consegnato virtualmente a Equality in Tourism, con cui GRT è collegato. Kalish, Cole, Barnett, sono andate dritte al loro obiettivo, condiviso da GRT e altri gruppi come Women in Tourism Indonesia. Hanno spiegato, per esempio, che i cambiamenti devono accelerare, non si può più solo chiedere che la voce delle donne sia ascoltata o che equità, diversità, inclusione, si integrino in tutti i processi del lavoro e dell’industria, dai board alle cucine, ai lavori informali o appaltati. I gradini per arrivare a quei risultati passano per il riconoscimento degli obiettivi di genere, in tutta la filiera del turismo. Per confermare che vogliono davvero partecipare al miglioramento della società ed al raggiungimento dei SDG e dei diritti umani, tutte le aziende devono impegnarsi sulla parità, non solo di retribuzione ma anche di formazione e riconoscimenti, con codici di condotta (anche sulla violenza di genere), con la raccolta di dati disaggregati per sesso. E una volta che si sarà ottentuo questo, allora si potranno dare Premi alle Aziende con le migliori buone pratiche di genere e alle migliori piattaforme di prenotazione che avranno inserito, tra le tante scelte per il viaggiatore, l’uguaglianza di genere.

E per finire la giornata, sul palco virtuale si è passati dai premi ai Diritti Umani con la discussione: 'Tourism & Human Rights: Multiple Experiences of Discrimination and Inequality and How to Fight It' , a cui hanno partecipato Iaia Pedemonte con Sandi Robinson, Stephanie Jones, Tobias Sauer, responsabili di associaizoni e iniziaive di viaggi di persone di colore e LGBT.
Tutti d'accordo sulle conclusioni: che l'uguaglianza di genere sia uno dei diritti umani si sa, ma come sconfiggere gli stereotipi?
Dobbiamo tutti insieme sostenere il cambiamento nella filiera del turismo, combattere le immagini e le storie che ancora creano differenze per colore della pelle, età, sesso, condizione sociale, disabilità, salute, religione, corpo, sia per chi viaggia sia per chi accoglie e lavora in diversi settori
.
Tacere sarebbe un errore e, dopo gli eventi del 2020, bisogna lottare perchè il turismo ricresca migliore anche contro il bigottismo.Turismo, in fondo, significa ammirare e condividere un pianeta di differenze .

Quando le cose incominceranno a cambiare? La connessione strutturale tra l’omofobia e il genere nel turismo è una questione culturale, un gap che si chiuderà con l’educazione, con la sostenibilità, con indici e codici di sicurezza per le diverse categorie.
Con la consapevolezza che il mondo è fatto di diversità e gli stereotipi sono superati dai fatti, quando si porteranno ai tavoli decisionali persone da tutti i mondi.

 

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Tags: responsible tourism,, women entrepreneurs in tourism , #ITBBerlin, ITB Berlino , To DO Awards, Equality in tourism

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