Saranno le donne le prime a ripartire?

Dalla Fiera del turismo di Rimini TTG i dati della ripartenza

Per la prima volta al mondo, in Italia abbiamo dati sulle imprenditrici e sulle donne che viaggiano, raccolti dopo la Pandemia ed elaborati in connessione.

E' successo al TTG di Rimini in Ottobre, quqnado dopo due anni si è parlato di turismo guardandosi negli occhi!
I temi del momento: i primi timidi dati di ripresa, gli accordi per raccogliere dati più accurati, rinnovare gli strumenti tecnologici, la crescita di un’imprenditoria più sociale e innovativa centrata sulle risorse dei territori, della transizione al green e un chiaro messaggio del mercato agli operatori: prepararsi a spostarsi sul digitale.
In generale, la crisi del turismo si è abbattuta soprattutto sulle donne, come vedremo dopo, ma di certo non è ancora superata per nessuno.
Il dato a sorpresa? Preparatevi alla carica delle ragazze

QUADRO GENERALE
In Italia i turisti sono arrivati nei due mesi estivi del 2020 e del 2021(ma solo il 25% dall’estero), con un calo nelle grandi città ed una crescita del 37% nelle aree più isolate, per cui il 2021 si chiuderà con una crescita limitata al +2%, con un 15% di attività rimaste chiuse. E’ invece cresciuto l’ e-commerce, raggiungendo un valore di 10,8 miliardi di euro e uno share del 55%. Anche le nuove imprese sono state la metà del 2019, ma il loro successo è stato subito chiaro: la digitalizzazione ha raddoppiato il settore extra alberghiero e le nuove start up hanno dato una mano ad aziende innovative e territori con tecnologia e suggerimenti. L’Enit ha lanciato programmi di ecosostenibilità, formazione, innovazione e micro finanziamenti per piccole imprese e studenti. Sono arrivati anche i consigli di comunicazione per gli operatori: l’ormai citatissimo storytelling in questo caso si può focalizzare su pochi punti, raccomandati dalle giornaliste Laura Fiengo e Laura Pezzino: basta luoghi comuni, clichè, superlativi ed aggettivi, è il momento di contatto affettivo, empatia, storie raccontate dai locali.

DATI SULLE IMPRENDITRICI
Ma la novità, in sintonia con le direttive internazionali che richiedono più dati disaggregati per sesso, sono stati i numeri sul mercato al femminile, presentati da ISNART-UnioncamereAnalisi Isnart, su elaborazione dati Osservatorio Imprenditorialità femminile, Unioncamere e Osservatorio Economia del Turismo, Isnart Unioncamere, in due conferenze, a cui anche GRT ha partecipato.

E' la prima volta che un Paese presenta dei dati disaggradati e degli scenari, con una visione prospettica sulle imprese gestite da donne grazie alle nuove politiche generate dal PNRR.
Nella conferenza << L’ospitalità è donna: il prodotto interno di genere nel turismo italiano. Dati Isnart sul peso dell’imprenditorialità femminile, fra tradizione, sostenibilità e innovazione>>, abbiamo saputo che anche nel turismo le crisi colpiscono per prime le donne e si appoggiano sulle loro spalle per risolversi.
Ecco i dati:
Le donne delle imprese sono complessivamente 1,3 milioni (22% del totale), le imprese turistiche sono 170mila. Dal 2011 al 2021 le imprese femminili del turismo sono passate dal 29 al 27% , sono calate del 34% le nuove iscrizioni e del 42% le imprese personali.
Nel 2021, il settore ha iniziato una lieve ripresa (+4,7%) e nel totale economia le imprese femminili sono salite del 24%, ma le imprese femminili del turismo nel 2020 hanno ancora il segno negativo (-1,7%), per poi tornare a segnare tassi di crescita positivi dall’estate 2021. Lavorano al 35% nel ramo alloggio, il 66% nella ristorazione, il 34% in agenzie viaggi, nelle professioni intellettuali e ad alta specializzazione, ma sono poco rappresentate tra le professioni tecniche (9,3%) e tra i dirigenti (19,0%). Il 55% sono imprese individuali e il 23% sono società di capitale, ma un segno di forza è che queste ultime stanno di nuovo crescendo nel 2021. Molte delle nuove imprese nascono per iniziative di donne e si rivolgono alle donne: compagnie di viaggio, accomodation e servizi di trasporto dedicati a una clientela solo femminile che rappresenterà nel prossimo futuro un'ottima opportunità di mercato.
La notizia tutta positiva? Il grande coraggio delle giovani: infatti le ragazze che si buttano in nuove attività nel turismo sono il 12,5% rispetto al 9,6% dei maschi.
Che cosa dobbiamo dedurre da questi dati?
Che le crisi danneggiano chi ha meno margine e chi sostituisce i servizi, quindi le donne con imprese personali, che in questo caso hanno letteralmente chiuso bottega (più facile in un settore informale come il turismo) per trasformarsi in maestre, infermiere, fattorine ecc. Ma anche che, se un paese vuole crescere, deve essere pronto ad offrire i servizi che permettono alle donne di lavorare.
Come ha detto Flavia Coccia, coordinatrice area ricerca Isnart : << Siamo di fronte ad un problema non solo economico ma sociale. Il covid-19 ha impattato sulle imprese femminili più esposte perché a capo di progetti solitamente individuali ed alla base di questa curva negativa vanno riconosciute una maggior difficoltà d’accesso al credito e una carenza di sostegno per la famiglia. Nei grandi gruppi turistici, infatti, sono più numerose nelle professioni non qualificate (25%), risultando in ogni caso minoritarie su scala complessiva (17.4%)”>>.

DATI SULLE VIAGGIATRICI
A questo punto entrano in scena le donne che viaggiano, raccontate per la prima volta e con dati nuovi nella seconda ricerca di Isnart-Unioncamere <<La scelta della vacanza è donna? Come il comportamento d’acquisto delle turiste influenza il mercato. Analisi Isnart>>. E sono loro quelle che ci stupiranno.
Infatti, come ha spiegato Alessandra Arcese, Coordinatrice Area Qualificazione Territori e Imprese ISNART : << Come negli altri settori in cui le merci sono vendute in categorie diversificate, anche nel turismo sarebbe ora che si facessero delle offerte mirate, ascoltando le diverse domande, con un vantaggio per tutto il mercato. Operatori e destinazioni faranno meglio a tenere d’occhio le abitudini delle “solo female travelers” >>. E poi, per esempio, cambiare la comunicazione, studiare tour di piccoli gruppi, customizzare le offerte, ascoltare i loro timori, lasciare spazio all’ ispirazione e all’indipendenza, soddisfare ciò che le donne cercano non in base all’età ma alle passioni ( come dimenticare il boom della bicicletta?). Come succede da anni, ma sempre di più, tutto spiegato dai dati: le viaggiatrici hanno una media di 45 anni, ma le giovanissime compiono più esperienze diverse, sono più aperte ad un turismo di tipo "trasformativo" spendono volentieri e comprano prodotti locali, prediligono cultura, natura, avventura, (al 10% in montagna), con gli amici e aggregate ad una vera “società esperienziale”. Per il 78% la sicurezza è una condizione obbligata ( per solofemaletravelers l’Italia è risultata il sesto paese più sicuro), ma il 54% preferisce viaggiare da sola.
“Guardare e studiare il turismo al femminile, nelle sue componenti di offerta e domanda- ha aggiunto Antonella Ballone, Presidente della Camera di commercio Gran Sasso d’Italia - non è questione di genere ma questione di opportunità. Le donne possono essere uno straordinario radar per capire come orientarsi nell’enorme sfida della ripartenza che il settore turistico ha davanti a sé”.

Dopo Alessandra Arcese, Iaia Pedemonte ha risposto con le voci delle donne che si riflettono come in uno specchio con i dati di Isnart, raccolte nella sua ‘Guida delle Libere Viaggiatrici’ e nelle ricerche recenti. Per esempio: siamo di fronte ad un mercato che vuole una “scala di valori femminilizzata” (lo dice WTO), le signore arrivate in auto pur di raggiungere la Riviera sono state entusiaste dei trekking organizzati da Mete di Liguria, le donne sono state le prime a portare fuori mariti e figli dopo il lockdown (parole di Raffaella Visconti di @zafferanodiDesenzano ). Oppure, come risulta da centinaia di siti nel mondo di viandanti giardiniere, mamme, rifugiste, astrologhe, storiche, geografe, LGBT+, eploratrici, archeologhe, sportive, per il clima e per la natura, si sa che partono sempre più giovanissime, sole, con le idee chiare, la guida sul cellulare, gli appuntamenti già fissati, per recuperare il proprio tempo, il proprio spazio vitale, accrescere l’autostima (secondo WTTC sono triplicate in dieci anni e il turismo del futuro sarà più sostenibile grazie a loro). Come osserva Susanna Di Ciò dalla Casa del Movimento Lento “I nuovi fenomeni sono: tappe per nonne e nipoti. l’abbassarsi dell’età media con tanti gruppi di adolescenti e ragazze. E, infine, la motivazione del pubblico femminile: prima di tutto entrare in contatto con sé stesse, fare un viaggio interiore”.

Un altro esempio è il successo dello story telling fatto dalle donne rurali con Elisa Spampinato, la prima Travellerstoryteller del Community Based Tourism.
Interessante su questo anche la ricerca di Christina Boixiere, che in Francia ha organizzato La Voyageuse con 800 viaggiatrici e decine di private e piccoli hotel ospitanti: 80 donne su cento hanno una curiosità personale ma hanno paura. Perciò la cosa più importante è far sapere alle viaggiatrici che vanno in un posto sicuro, con una serie di misure innoovative per la sicurezza.

E infine Iaia Pedemonte ha lanciato un appello ai policy makers e stake holders affinchè una Analisi di Genere sia inserita anche nel turismo, basandosi sulle linee guida studiate da GRT e altre partner, -secondo gli strumenti di esperti sul campo o UNWomen e EIGE-EU- e diano il via al rafforzamento innovativo partendo dall’imprenditoria femminile, secondo tante possibli iniziative. <<Avviamo noi questo cambiamento, lanciando un piano d’azione per l’italia che piace alle viaggiatrici. Proposte di itinerari, prodotti, formazione, con le imprenditrici: questa volta siamo in grado di mettere in pratica le raccomandazioni della EU a vantaggio della nostra società>>.

 

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Tags: responsible tourism,, women entrepreneurs in tourism , Equality in tourism, ttg , new data, gender toursm

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