Orecchiette a km zero
Chi: Masseria Posta Guevara Le donne del territorio e i turisti coinvolti in attività tradizionali
Ma intorno a lei altre donne stanno trasformando i saperi del territorio in attività lavorative: ci sono quelle che lavorano in masseria, cucinando o gestendo i rapporti con i turisti, ci sono le maestre che recuperano il folklore in un antico quartiere di Foggia, le curatrici del Museo delle Tradizioni, le venditrici di cesti di giunchi alle fiere, le guide degli uffici turistici, le donne che fanno i dolci e quelle che cantano nei cori.
Ma se queste sono le attività delle esperte, per bambini e adulti che vanno alla Masseria Posta Guevara la sorpresa è essere ospitati tra gli ulivi, comprare pasta e verdure, vivere i cicli legati alle stagioni, partecipare ai lavori agricoli, assaggiare i prodotti dell'orto, nei laboratori in cui si scoprono lieviti e grano. Il concetto di filiera corta è al centro dei laboratori didattici della Masseria: si incomincia dalla storia del chicco di grano, al riconoscimento delle verdure, di piante aromatiche e officinali, nell'orto e nelle serre, alla conoscenza del pollaio. E si fanno attività come: raccolta di frutta e verdura, erbe selvatiche, preparazione del pane, della pasta e di marmellate, pulizia di verdura e frutta, organizzazione di un pranzo.
La Masseria Posta Guevara, "Locanda rurale europea" e "Masseria didattica", è nel pianoro tra il Tavoliere delle Puglie e i monti Dauni, a 20 Km da Foggia, vicino ad antichi paesi tra i "Borghi più belli d'Italia" e spiagge "Bandiera Arancione". La gastronomia è legata alla trazione della civiltà contadina ed improntata sui prodotti del territorio: carni e salumi di maiale nero, formaggi dei monti Dauni, verdure ed erbe selvatiche, legumi, selvaggina e soprattutto il grano arso: l'uso di questa farina riprende una usanza contadina; dopo il raccolto venivano bruciate le stoppie e le spigolatrici, appartenenti alle famiglie più povere, raccoglievano dal fuoco i resti delle spighe "arse", ricavandone chicchi che venivano ridotti in farina per farne un cibo povero.
Cosa consiglia a chi vuole intraprendere il suo stesso percorso?
"Abbiamo iniziato questo percorso storico perché ci siamo resi conto che il vecchio grano del Senatore Cappelli ha un potere indissolubile su questo territorio, e siccome da imprenditrice, ogni giorno, professo una politica che deve dare un impulso alla mia azienda con tutti i suoi dipendenti, devo cercare di far emergere le nostre particolarità e di conseguenza sento di dover perorare questa causa.
Un'evoluzione professionale la mia (ho conseguito il diploma presso l'Istituto alberghiero per qualificarmi) compiuta di pari passo con l'evoluzione dell'azienda agricola multifunzionale che mi ha permesso di proiettarmi anche fuori dai confini nazionali>>.
L'odierna esperienza personale mi porta ad una visione multifattoriale dell'azienda agricola che ha subito svariate evoluzioni, da agriturismo a masseria didattica a scuola di cucina. Sicuramente consiglierei l'approfondimento delle problematiche attraverso studi specifici e il coinvolgimento con altri soggetti ugualmente motivati. Tutto ciò apre il fronte anche a situazioni di indotto, ovvero la possibilità di creare un sistema di filiera corta".
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