Custodi di un'isola incantata
Chi: parcoasinara.org
Unica al mondo per natura, storia e perchè sono più di 150 le donne professioniste che la gestiscono
Di giorno, invece, prendete una guida e fatevi portare in giro. Perché da soli non riuscireste mai a distinguere tra centaurea e ginepro fenicio, nuotare su praterie di posidonia, camminare in silenzio tra le falesie per non disturbare i mufloni.
Queste sono solo alcune delle attività per i visitatori, in una giornata al “Parco Nazionale Area Marina protetta dell’Asinara”.
Rimasta intatta perché era un carcere di massima sicurezza, quest’ isola ha mantenuto decine di ecosistemi e specie endemiche: in 110 km di costa, racchiude una collana di rilievi e calette, salite e discese tra rocce di granito, distese di lentisco e fiordalisi, cime con falchi e gabbiani corsi, stagni con le folaghe, asini e cavalli bradi in pascoli sconfinati, mare abitato da tartarughe marine e delfini.
Da quando l’isola è diventata Parco, le donne (il 70% degli addetti sul campo o negli uffici), sono state le più entusiaste organizzatrici di una decina di trekking, canoa e vela, birdwatching, pesca turismo, immersioni, cavalcate, visite storiche e artistiche, cucina tipica ai ristoranti di Cala Reale, di Cala d'Oliva, e dell'ostello.
Guidando il 4x4 dal porticciolo in cui accolgono i turisti, alla fortezza duecentesca, o nella macchia mediterranea e su per sentieri che solo loro conoscono, prima di arrivare alla spiaggia permessa ai nuotatori umani, conquistano l’attenzione nella ricerca delle nove specie marine nascoste tra la sabbia, o individuando i delfini al largo.
Fiorella è naturalista, Consuelo e Anna Maria sono agronome, Giuliana Satta ha aperto una bottega artistica in cui interpreta forme e colori con il vetro, nel fascinoso cortile circondato da muri bianchi alla fine della strada, ex carcere diventato Oservatorio della Memoria. Paola e altre sei ragazze giovanissime fanno corsi per bambini, come attività sensoriali con le piante, serate sotto le stelle, yoga. Per grandi e piccoli, ci sono le biologhe, quelle che inanellano i migratori in autunno, le ricercatrici del centro faunistico, dell’osservatorio ornitologico e del Centro Recupero. Krama cura l’Osservatorio dei delfini, mentre Chiara ride raccontando che molti si stupiscono ancora che guidino la jeep (tutte le attività e le guide sono alla pagina http://www.parcoasinara.org/?modulo=contenuti&id=192 ).
Impossibile nomnarle tutte, ma su un fatto le guide sono tutte d’accordo: che è un lavoro duro, selettivo, che si svolge in luoghi isolati dal resto del mondo, e con orari lunghi. Perciò bisogna avere molto spirito di iniziativa, essere sempre presenti a sé stesse, dure, sicure, organizzate, esperte non solo di piante e fossili, ma anche di carburatori (del 4x4) e caviglie (del turista).
Soluzione? Un pizzico di ironia e di psicologia. E poi, dicono, un’isola è una comunità e ci aiutiamo sempre.
E però, anche, si hanno delle soddisfazioni: come quando i visitatori riconoscono che si sono divertiti grazie alla tua empatica, sensibilità, comunicativa.
E in settembre, finalmente, prima che il vento rimanga l’unico padrone, si viene qui per le serate romantiche del festival culturale Pensieri e Parole. In silenzio.
INFO
http://www.parcoasinara.org